La strategia generale per la riqualificazione della città di Taranto è definita a farfalla in cui il corpo coincide con la città vecchia oggetto di intervento, mentre il mar Grande e quello Piccolo ne sono le due grandi ali.
La farfalla è metafora dei passaggi e delle successive trasformazioni che riporteranno idealmente la città vecchia a “volare”. A livello territoriale, per il mare Grande si ipotizza uno sviluppo come oasi naturalistica e biologica, in cui valorizzare e coinvolgere l’isola di San Pietro e San Paolo ed enfatizzarne le caratteristiche di indiscutibile bellezza naturale. Per il mare Piccolo si immagina la bonifica e ri-naturalizzazione della costa, al fine di ricomporre il Paesaggio naturale in armonia con le matrici ambientali del contesto
Per la città vecchia, la strategia è improntata alla rivitalizzazione della dorsale longitudinale identificata con l’asse di via Duomo, alla quale si sovrappone un sistema trasversale che ne assicura la riconnessione ai due mari, prolungandosi nelle acque del mar Piccolo con nuovi moli, estensione del parco lineare, nel quale il tracciato delle mura seicentesche differenzia l’area naturale da quella minerale
Nell’isola, interamente ri-urbanizzata e pedonalizzata, la dorsale longitudinale diviene asse strategico lungo il quale, agli interventi di riqualificazione dei tessuti, operati per restauro e risanamento ambientale, oltre che per parziale diradamento e riduzione, si unisce la rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente mediante l’insediamento di attrattive sedi istituzionali, culturali, artigianali, creative e ricettive. Sul waterfront del mar Grande, la riqualificazione del molo Sant’Egidio, la passeggiata di ringhiera, il faro, il Museo dell’Uomo e del Lavoro, prefigurano il futuro protendersi della città vecchia, non solo materiale, nell’estensione della città contemporanea ricomponendo la complessa e molteplice “stratigrafia” di Taranto.